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Tenuta di Spianamento
San Sebastiano

  • Situata a Diano d'Alba

Voci popolari e tradizioni dicono da sempre che l’antica costruzione della Tenuta San Bastian fosse adibita nel ‘500 a Convento dei Padri Agostiniani che la abbandonarono agli inizi del ‘600. La presenza dei Padri Agostiniani è confermata dall’Atto di vendita della tenuta nel 1669 da parte della Curia di Alba a firma del Vescovo Paolo Brizio al sig. Filippo Buriano di Diano. Nel documento di traslazione conservato nell’Archivio Vescovile di Alba si descrive l’antico uso della costruzione adibito a Convento dei Padri Agostiniani e sommariamente la forma e le dimensioni. Si parla di costruzione a pianta quadra con cortiletto interno e dei terreni circostanti consistenti in 54 giornate piemontesi che fanno parte della proprietà. Una tenuta molto vasta che comprende quasi completamente il Borgo Remondato fino ai confini con la strada degli Abelloni e la via dei Pittattori.

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Sarà il Conte Carlo Filippo Rangone, con la moglie Genoveffa Malerba, a risiedere per primo (fine ‘600) nel palazzo di Borgo Remondato ex Convento che fa riadattare parzialmente. Non si sono ritrovati documenti relativi alla ristrutturazione, ma il termine parziale utilizzato dallo studioso Giuseppe Vernazza fa pensare che i muri portanti dell’edificio rimasero tali. Pur risiedendo ufficialmente e stabilmente a Diano mantiene il titolo di Conte di Montelupo per la proprietà del relativo feudo.

Il figlio, il Conte Carlo Francesco Rangone (ingegnere 1721 – 1788), il “protagonista” del progetto “Restè”, si dice che passò molte notti insonni a trovare soluzioni ai progetti (in particolare della Chiesa di san Giovanni a Diano) nel suo studio della Residenza di san Bastian, nel Borgo Remondato, ancora oggi denominato la Camera del Conte.

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Sarà poi il figlio - l’unico erede designato dal testamento di Carlo Francesco – Conte Carlo Emanuele Rangone (1758 – 1809), comandante della milizia provinciale a ritirarsi nella Tenuta di San Bastian dopo la sconfitta contro l’esercito di Napoleone. Nella Tenuta esegue alcuni lavori di ristrutturazione e riadattamento del Palazzo di Corte e del Parco esterno. Passerà alla storia come “Spianamento”, che identificherà il luogo per i prossimi due secoli fino a noi, lo sbancamento della collinetta a fianco del Palazzo. I lavori eseguiti manualmente negli anni 1796 – 1797 daranno luogo ad un grande parco perfettamente pianeggiante rarissimo in terra di Langa, con un laghetto ed uno stupendo paesaggio su Alba e le Langhe. Il Conte Carlo Emanuele si circonda di parecchia servitù anche se non ama troppo essere servito e riverito, sembra più un gesto di generosità nell’accettare sempre con benevolenza le numerose richieste di lavoro.  Il Palazzo è sempre affollato, oltre ai numerosi dipendenti interni o nelle cascine in proprietà, è frequentato dalla Nobiltà albese dove la famiglia Rangone ha acquisito notevole prestigio. Il grande parco pianeggiante desta parecchia curiosità anche in ambito ecclesiastico, dove la Casata è molto considerata, con frequenti visite di alti prelati colpiti dalla tranquillità e serenità del luogo.

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